Immaginatevi che qualcuno vi dicesse, ho bisogno che tu lavori per me, diciamo per un periodo di quattro/cinque anni.
Immaginatevi che voi un lavoro già ce l’avete, anzi che siete dei dipendenti di un’azienda pubblica o anche privata, e che quel qualcuno vi dicesse, non c’è bisogno che lo lasciil tuo posto, diciamo che lo puoi “congelare”, tu lavori per me questi 4/5 anni e alla fine di questo periodo, se non dovessi più servirmi, torni da dove sei venuto.
Io nel frattempo ti do gli stessi soldi che guadagni adesso pagando direttamente la tua azienda… che cosi poi te li rigira , e ti ce ne aggiungo pure un po’ d’altri magari anche un bel po’…
Questo che potrebbe sembrarvi fantascienza in burocatrese si chiama Testo Unico 267 del 2000 e serve a regolare l’ordinamento degli enti locali.
In particolare gli Art 79 e 80 e successivi di questo Testo recitano che quanto abbiamo detto finora riguarda i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, componenti dei consigli comunali, provinciali, metropolitani, delle comunità montane e delle unioni di comuni, nonché dei consigli circoscrizionali dei comuni con popolazione superiore a 500.000 abitanti.
Il discorso fila, tu cittadino, che vieni chiamato dalla collettività, mediante elezioni, a svolgere un incarico pubblico a nome e a favore di questa collettività stessa, devi essere messo in condizione di espletarlo questo incarico e quindi necessariamente dovrai assentarti dal lavoro che facevi prima di essere eletto.
E allora questa collettività per metterti nelle condizioni migliori te lo paga lei il rimborso del lavoro che facevi prima. Così che la tua azienda neanche ci debba rimettere e tu una volta che hai terminato il tuo incarico possa tornarci al tuo lavoro. In più visto che tu lavori in nome della collettività e ti prendi grosse responsabilita per tutti è giusto che venga ripagato anche di questo. E che percepisca emulumenti e rimborsi ulteriori.
Queste sono le regole della democrazia, quelle che consentono anche a chi non è ricco di suo di poter assumere incarichi pubblici con tutte le tutele necessarie per il presente e il futuro.
E la tutela, si sa, è importante per chi oggi è un rappresentate politico e domani chissa’…
Questo ragionamentto, forse, l’avranno fatto anche quei 10 consiglieri della Provincia di Roma per i quali la collettività ha sborsato oltre 3 milioni euro di stipendi, per il periodo 2003 2007.
In questa top ten, al primo posto c’è Massimo Davenia consigliere de La Destra, con oltre 600 mila euro rimborsati, seguito da Alessandro Coloni del Pd con 387 mila e da Francesco Paolo Posa, anche lui del Pd, con poco più di 300 mila.
Nella lista ci sono in tutto 5 nomi del Pd, due di An, uno di Forza Italia, della Destra e dello Sdi.
Che lavoro facevano queste persone viene subito da chiedersi per essere rimborsati con queste cifre? Un’inchiesta della cronaca romana del Corrire della Sera ce lo racconta.
“C’è chi per ottenere i rimborsi d’oro si è fatto assumere da moglie e figlia, chi lavora nell’azienda dei fratelli, chi è arrivato a percepire 19 mila euro in un solo mese – si legge sul quotidiano – ad esempio l’ex sindaco di Valmontone, Angelo Miele dello Sdi, incassava puntualmente 6.500 euro perché assunto nel negozio di moglie e figlia”.
Adesso pare che la Procura aprirà un’inchiesta, perché c’è il “sospetto” che molti risarcimenti siano stati ottenuti grazie a contratti fittizi.
I soliti sospetti…